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I magistrati acquisiscono la relazione tecnica sull’agilità della discoteca della tragedia a Corinaldo: era tutto in regola

Al centro delle indagini degli inquirenti in merito alla tragedia avvenuta in discoteca a Corinaldo per il concerto del trapper Sferaebasta c’è ora la relazione tecnica del 2017 che dava il via all’attività del locale. Si tratta della relazione tecnica fatta dalla commissione di vigilanza presieduta dal sindaco Principi che ora è al vaglio delle autorità giudiziarie per fare luce sulla vicenda. I magistrati hanno acquisito la relazione sull’agibilità per formare un fascicolo d’indagine. Tutti i firmatari della relazione, tra cui anche il sindaco, potrebbero essere sentiti nei prossimi giorni. Nonostante ciò, il sindaco di Corinaldo conferma la volontà del Comune del piccolo centro dell’anconetano di istituirsi parte civile contro gli imputati.

Secondo la commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo del comune di Corinaldo, la discoteca Lanterna Azzurra era in regola. Lo si evince dall’autorizzazione piena rilasciata ai gestori per fare spettacoli e balli, datata 12 ottobre 2017. I controlli avevano rilevato che gli impianti, i sistemi antiincendio, le porte e anche la capienza erano in regola, pari a 871 persone. L’unica pecca registrata era la mancanza di cartelli di avviso per indicare il pulsante di sgancio e di antincendio. La commissione istituita nel 2017 aveva evidenziato la necessità di avere parapetti con altezza almeno di un metro e di lasciare sempre libere e sgombere da ostacoli le vie e le uscite di sicurezza.

Uno dei firmatari della relazione, l’ingegner Francesco Tarsi, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ai controlli e ai sopralluoghi fatti nel 2017 assieme a un vigile del fuoco, un vigile urbano, un tecnico dell’Asur, un esperto di elettrotecnica e un geometra dell’amministrazione. Tutti gli ambienti, gli impianti elettrici, di aerazione e le vie di fuga furono controllate con scrupolo arrivando a stare nel locale ben 3 ore. L’unica cosa da sistemare era la cartellonistica che doveva esser incrementata.

L’ingegnere esterno chiamato per imparzialità e trasparenza non si era occupato del piano della sicurezza ma era sembrato sufficiente.  Al tempo, la porta di sicurezza dove sono morte 6 persone, non aveva sollevato alcun tipo di obiezione. I tecnici intervenuti a fine dell’anno 2017 non hanno rilevato situazioni pericolose o altre anomalie, nemmeno in merito al corrimano troppo leggero o per il salto ai lati dello scivolo. Nemmeno i gradini in fondo all’uscita sono stati ritenuti un problema di sicurezza al tempo.

Dopo quello che è accaduto è normale rimettere tutto in discussione, dice l’ingegnere che aveva solo un ruolo esterno e non attivo. Una tragedia del genere sconvolge prima come padre e poi come tecnico, chiude Tarsi, in attesa di ricevere una convocazione da parte dei magistrati che indagano sul caso ancora aperto.


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